Riflessioni dalla quarantena: la ‘casa’ interiore

In tempo di quarantena ci si interroga, forse un po’ più del solito. Ci si ritrova in uno spazio limitato e in un tempo dilatato, spesso spogliati delle nostre abitudini e un po’ smarriti.

Ma che significato ha lo stare in quarantena per ciascuno di noi? Quali pensieri e quali emozioni scatena in noi la limitazione del nostro spazio vitale, e come li affrontiamo?

In questo frangente, ad essere messa alla prova è la nostra capacità di ri-adattamento, di ri-organizzazione del quotidiano e di quel “fare”, che molto spesso ha la funzione più o meno consapevole di allontanarci da ciò che più spaventa: il contatto con la nostra interiorità, con i pensieri, i vissuti, i conflitti che a volte abitano le retrovie della nostra mente e che tentiamo di non guardare volgendo lo sguardo altrove, riempiendo le nostre giornate di “cose”, attività e occasioni di interazione. “Azioni”, queste, che molto spesso assumono la valenza di scarica, distrazione, compensazione e autoconsolazione, ma che forse in fondo oscurano la nostra visuale da un’unica domanda fondamentale di base: chi sono?

Cosa resta di me spogliato delle mie abitudini, del lavoro che dà così senso alle giornate, della costellazione di relazioni che ruotano attorno a me? Cosa, nella mia storia, mi ha reso ciò che sono oggi? Posso stare a contatto con quello che provo senza andare in pezzi? E se vado in pezzi, posso ricomporli? Di che qualità è lo scheletro psichico ed emotivo che regge la mia interiorità? Perché è la qualità di queste fondamenta a darci la misura della fragilità o della nostra forza psichica; essa, è alla base della nostra capacità di ‘stare soli’, di tollerare la frustrazione, l’angoscia, il vuoto. Un’impresa così ardua, a volte, così spaventosa, ma talmente importante da essere l’unica via, quella autentica, per raggiungere ciò che andiamo cercando per una vita intera: noi stessi.

Forse resta questo l’unico posto in cui cercare, dopo tanto peregrinare all’infuori di noi: la “casa”, quella interiore.

Dott.ssa Elena Cafasso, Psicologa Psicoterapeuta Chieri e Torino

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