Anoressia, Bulimia e Obesità psicogena sono patologie sempre più frequenti tra le giovani, ma sono in aumento anche tra i ragazzi. Esse non sono da considerarsi malattie dell’appetito, quanto piuttosto malattie dell’amore: l’ossessione per il corpo magro, le abbuffate, il pensiero pervasivo del cibo sono l’espressione di una profonda sofferenza, di un dolore legato alla relazione con l’Altro significativo.
Nei disturbi del comportamento alimentare il corpo diviene il luogo in cui si inscrive una sofferenza emotiva e relazionale che non può essere pensata, espressa in parole, perché intollerabile. Il linguaggio del corpo costituisce l’unico linguaggio attraverso il quale la persona esprime la sua vita psichica.
I sintomi che caratterizzano questi disturbi e la centralità che assumono per la persona le consentono paradossalmente di difendersi, ritirandosi e sottraendosi alla sofferenza che può comportare la relazione con l’Altro, ma allo stesso tempo ne distruggono la vita, distolgono dal sentire le emozioni, anestetizzano, annullando ogni altra passione, ogni altra via di sviluppo della propria identità.
La persona anoressica grida la sua sofferenza dicendo no al cibo, creando vuoto, nel tentativo disperato di far capire all’Altro che non è di cibo che si nutre l’Amore; chi soffre di bulimia e obesità è sopraffatto da una spinta alla divorazione illimitata e tenta di colmare quello stesso vuoto infinite volte, senza poterlo mai saturare, poiché non è fame di cibo, la sua, ma fame di affetto e amore, di una relazione in cui sentirsi visto e profondamente riconosciuto dall’Altro.
Dott.ssa Elena Cafasso – Psicologa Torino e Chieri
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