Il Disturbo Borderline di Personalità riguarda un disfunzionamento a livello dell’immagine di sé e degli altri, un deficit nella regolazione affettiva e del pensiero, una tendenza all’impulsività. Il tratto caratteristico di questo modo di essere è paradossalmente una stabile ‘instabilità’. Le intense onde emotive che accompagnano il mondo interiore di coloro che ne sono affetti, l’immagine di sé e degli altri contraddittoria, polarizzata sulla logica ‘buono o cattivo’, l’instabilità relazionale e gli intensi agiti sono alcuni degli aspetti caratteristici e più problematici che la persona si trova a vivere.
Instabilità, ambivalenza, emozioni caotiche e difficilmente controllabili, sbalzi d’umore, tendenza alla depressione e all’aggressività autodiretta sono dunque tipici del funzionamento di questa organizzazione di personalità. Sullo sfondo di questo panorama, il senso di Sé è vago, precario, immaturo, incerto. Questi soggetti si sentono spesso smarriti, come ‘persi’, vuoti. Essi non hanno sviluppato un senso di identità integrato, coerente nel tempo e nello spazio, presentano una dispersione dell’identità.
Come non hanno un’immagine integrata e stabile di loro stessi, essi non possiedono nemmeno una rappresentazione interiorizzata costante e integrata dell’Altro: in queste persone, non è stata raggiunta la costanza dell’oggetto. In altre parole, essi non hanno potuto introiettare un’immagine dell’Altro significativo come oggetto costante, presente nel loro mondo interno anche in assenza di vicinanza fisica. Manca in loro la possibilità di fare appello ad un oggetto interno buono, consolatorio, cui fare riferimento quando si sentono in difficoltà. Ne conseguono importanti vissuti abbandonici, iper adattabilità all’Altro, sentimenti intensi e inconsolabili di solitudine, forte sensibilità alla critica e al distacco, grave e intensa svalutazione di sé o dell’Altro in alternanza.
In relazione a questi aspetti, è da sottolineare l’utilizzo di meccanismi di difesa primitivi come l’idealizzazione e la svalutazione, come detto in precedenza, di sé e dell’Altro. Quando è l’idealizzazione ad investire il Sé, essa è orientata a mantenerne un’immagine perfettamente soddisfacente, senza falla alcuna, mentre tale immagine si fonda in realtà sulla convinzione profonda, costantemente combattuta, di un difetto di base, di un non amabilità, di un buco incolmabile nella rappresentazione che il soggetto ha di se stesso.
Per questi soggetti, il lavoro psicoterapico diviene di fondamentale importanza. La terapia ad orientamento psicoanalitico può costituire un’occasione per vivere un’esperienza relazionale che vada a bonificare l’instabilità interpersonale ed emotiva; può supportare la persona nello sviluppo della capacità riflessiva aumentando la consapevolezza di sé e la possibilità di ‘pensare’ prima di agire, imparando a modulare l’impulsività; può aiutare la persona nella stabilizzazione e nel raggiungimento di un Sé stabile, più coeso e integrato, nel ridimensionare le tendenze svalutanti e idealizzanti che investono l’immagine di sé e degli altri, scoprendo un modo più equilibrato di fare esperienza.
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